La
fine di Lord Kitchener
Un mistero
avvolge tutt'ora la catastrofe dell'Hampshire, nelle acque dell'estremo
Nord della Scozia, e la
tragica
fine di Lord Kitchener.. Lord Baton Kitchener of Khartoum era un
grande soldato, un grande patriota:
il vero
organizzatore dell'esercito inglese e l'animatore stupendo, dall'inizio
delle ostilità, della più stretta
collaborazione
coi francesi, per la causa comune.
"Difendendo
Calais, difendiamo i sobborghi stessi di Londra!" aveva dichiarato in
un memorabile discorso
alla
camera dei Lords. E si era dato a percorrere senza posa i vari settori
del fronte, le varie zone
d'operazione:
lo si trovava nelle Fiandre o ai Dardanelli, a Salonicco o ad Atene.
Infaticabile
sempre, inflessibile: animo pronto e sereno, entusiasmo giovanile,
ferrea volontà di vittoria.
Ed
ecco, improvvisamente, e all'insaputa di tutti, il 5 giugno del 1916
s'imbarca sull'Hampshire, in un
porto
dell'estrema Scozia, salpa per la Norvegia.
Ha
avuto un colloquio segreto, tre giorni prima, alle due di notte, con re
Giorgio V, è diretto, per
la
Norvegia e la Svezia, in Russia.
Una
missione delicatissima, e tale da non consentire ritardi.
L'Hampshire
alle quattro del pomeriggio leva l'ancora: è un incrociatore corazzato
della squadra
navale
dell'ammiraglio Jellicoe, varie altre unità lo scortano.
E alle otto circa una formidabile esplosione
cola a picco la nave.
Il 6
giugno re Giorgio ne apprendeva la notizia da un laconico telegramma
dell'ammiraglio Jellicoe:
"Ho il
profondo dolore di annunciare che la nave di Sua Maestà Hampshire è stata
silurata ieri sera
alle
otto, ad ovest delle Orkney, con a bordo Lord Kitchener of Karthoum e
tutto il suo stato maggiore".
I
marinai delle unità di scorta raccontarono, poi, che pochi istanti
prima dell'affondamento della nave quattro
scialuppe
si erano staccate dai suoi fianchi: su una di esse qualcuno aveva
creduto di riconoscere l'alta
figura
di Lord Kitchener.
L'unico
superstite della catastrofe, il marinaio Walter Roggerson, dichiarò che
verso le otto di sera
si era
udita una fortissima esplosione e subito dopo tutti i lumi
dell'incrociatore si erano spenti.
La nave
si piegò rapidamente su un fianco e il suo comandante cercò di far
salire un uomo, un
passeggero,
su una scialuppa, gridando ai marinai: "Salvate Lord Kitchener!".
E
dell'illustre soldato nessuno seppe più nulla; lo si disse prigioniero
dei tedeschi, lo si attese dopo
la fine
delle ostilità. Inutilmente: il mare lo aveva inghiottito assieme al
terribile segreto della sua
tragica fine. Pure, nessun periscopio di sottomarino tedesco fu visto
nelle vicinanze, nessun comandante
di
sottomarino tedesco ebbe mai a vantarsi di avere compiuto l'azione
memoranda, e sì che ne
avrebbe
ricavato onori e ricompense!
I
tedeschi confessarono di avere appreso la notizia della catastrofe dai
loro informatori di Londra.
Nè mai,
in cinque anni di guerra, si ebbe a notare la presenza di mine
galleggianti in quel tratto di mare.
Non
resta che pensare a un ordigno diabolico nascosto nell'interno della
nave stessa..
Ma
come? Perchè? E da chi? Domande alle quali non sarà possibile dare una
precisa risposta.
Rimane
assodato il fatto che Lord Kitchener si recava in Russia per
combattervi lo spionaggio
tedesco
annidatosi fin sui gradini del trono.
Aveva
egli avuto notizia da un suo ufficiale affiliato all'Intelligence
Service, di un
rapporto
segretissimo
e ampiamente documentato di Sydney Reilly che forniva la prova
schiacciante del
tradimento di Sukhomlinof, ministro della guerra russo, di Manasievitch
e di tante altre altissime
personalità, vendute anima e corpo alla Germania.
Bisognava
correre ai ripari subito, recarsi in Russia presso lo zar, e fare opera
di giustizia, di epurazione.
Solo così l'esercito russo, agli ordini del Granduca Nicola, avrebbe
potuto validamente
cooperare alla vittoria..
Lord
Kitchener non ebbe un attimo di esitazione: d'accordo con re Giorgio,
volle partire.
Inutilmente
qualcuno, tra i suoi amici, tentò di farlo desistere dall'impresa. Egli
s'imbarcò sprezzante
d'ogni
pericolo, desideroso solo di compiere sino in fondo il proprio dovere.
E il
mare lo inghiottì per sempre, lo avvolse in un mistero insondabile.
Quale
mano pose l'ordigno infernale? Enigmi della storia.
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dei miei Dadi ti risponde §♦