Il
Signore di Malinbois
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di Clark Ashton Smith
S'accorse,
quasi senza sorpresa, che un'improvvisa oscurità senza luna e senza
stelle aveva avvolto il
castello, quasi come se avesse
aspettato che lui entrasse prima di calare.
Era densa come il fumo, senz'aria,
e stagnante come il buio di un sepolcro piombato
da secoli. Varcando la soglia
provò un'oppressione reale, una difficoltà sia
psichica che fisica di respirare.
Si accorse che nel buio androne
bruciavano delle torce, anche se non aveva visto quando e come
erano state accese.
L'illuminazione era vaga e indistinta, e le ombre
affollavano l'atrio, stranamente
numerose, muovendosi con una misteriosa inquietudine, sebbene
le fiamme stesse fossero immobili
come candele che bruciano presso
un catafalco in una stanza
senz'aria.
Alla fine di un corridoio, il
Signore di Malinbois aprì una pesante porta in legno spesso e scuro.
Nella stanza che apparve,
evidentemente la sala da pranzo del
castello, diverse persone erano
sedute a un lungo tavolo illuminato da una luce non meno cupa
e tetra di quella dell'entrata.
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Berylium .
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Vampiri" della Newton Compton Editori
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